sabato 26 novembre 2016

Regredire per evolvere...



E’ possibile “regredire” per “evolvere”?

Se per regredire si intende ritrovare il contatto con la natura e con la propria anima, la risposta è sì.
Esiste un posto al mondo dove gli uomini vivono in comunione gli con gli altri, aiutandosi reciprocamente e crescendo spiritualmente , nel rispetto della natura e degli spiriti che la permeano.
Questo luogo magico e affascinante si trova in Scozia, ed è la comunità di Findhorn, da più di cinquant’anni esempio mondiale di eco sostenibilità, spiritualità e riscoperta di una dimensione sacra del lavoro e della vita
                                                  
 



Era il 1962 quando Peter ed Eileen Caddy insieme ai loro tre figli e alla segretaria Doroty Maclean  rimasero senza lavoro, e siccome gestivano un albergo, oltre al lavoro persero anche la casa. Decisero così che l’unica cosa da fare in attesa di trovare un nuovo lavoro fosse trasferirsi nel campeggio della baia di Findhorn dove avevano lasciato una vecchia roulotte.


                                                            

 


Il tempo passava ma di un nuovo lavoro nemmeno l’ombra. Sembrava che l’Universo stesse architettando tutto per permettere loro di creare qualcosa di incredibile, che avrebbe ispirato nel tempo migliaia di persone in tutto il mondo e condotto l’umanità verso il risveglio della coscienza e il recupero di un profondo rapporto con la natura.

Per risparmiare decisero di coltivare un orticello. L’impresa poteva sembrare impossibile allora perché il terreno in quella zona era costituito da sabbia, sassi e abitato da insetti e animali che rendevano veramente difficile la crescita degli ortaggi. Ma per loro fu diverso, perché non erano soli.


                                                       
Durante le varie meditazioni a cui si dedicavano giornalmente, ricevettero indicazioni precise su come coltivare il terreno rispettando la natura da “voci” che furono attribuite da Doroty MacLean ai Deva, spiriti della natura che li guidarono a creare uno dei giardini più famosi e rigogliosi al mondo. Consigli semplici eppure efficaci su come coltivare il terreno, come concimarlo con alghe di mare, cenere di frassino e sfruttare gli stessi insetti che inizialmente potevano sembrare un ostacolo. I risultati non tardarono a mostrasi.

Su questo terreno impossibile da coltivare iniziarono a crescere ortaggi di dimensioni mai viste, come cavoli rossi di 15/20 chili, broccoli enormi, rose che crescevano anche sotto la neve, fiori di tutte le specie e sempre più grandi del normale. I primi ad accorrere per vedere il prodigio furono gli abitanti dei dintorni, ma ben presto si unirono a loro anche esperti pedologi, che non credendo ai loro occhi decisero di analizzare campioni di terreno per capire come fosse possibile un risultato così incredibile. 
Con grande stupore scoprirono che la terra era perfettamente bilanciata e priva di qualsiasi componente chimico o artificiale. Accorsero allora giornalisti, TV e l’orticello di Findhorn si affacciò al mondo.     


   
    
Ma la domanda che tutti si ponevano era: “Come avevano fatto?”

Con l’unico ingrediente capace di rendere speciale ogni cosa: l’Amore.

Ed è ancora questo il principio che guida la comunità di Findhorn da più di cinquant’anni, amore e comunicazione con la Natura e un ascolto profondo di quella voce interiore che sa cosa è giusto fare e cosa è meglio per noi.
Lo scopo dell’orto era quello di creare una comunità educativa che vivesse in armonia col tutto e imparasse ad ascoltare la propria intuizione e i messaggi che l’Universo, Dio, chiamatelo come volete, aveva in serbo per loro e per tutti noi.

Se era stato possibile far fiorire fiori e ortaggi in quel luogo impervio, si poteva far fiorire anche gli uomini, e portarli alla consapevolezza che dentro di loro c’era qualcosa che valeva la pena coltivare sempre.

E oggi,dopo più di cinquant'anni, Findhorn è forse una delle comunità educative e spirituali più note al mondo, e uno degli esempi più riusciti di eco villaggio, dove sostenibilità ambientale, sociale ed economica camminano di pari passo con lo sviluppo del potenziale umano e la salvaguardia del Pianeta terra.
I cittadini, per esempio, usano solo vetture elettriche, producono energia grazie a pale eoliche o pannelli solari, purificano l’acqua attraverso un sistema biologico di trattamento dei liquidi. Inoltre i cento edifici in cui vivono gli abitanti sono realizzati con materiali naturali come legno, sughero, pietra e mattoni.
Ci sono anche una serie di case costruite con vecchie botti di whisky gentilmente donate da distillerie locali. Se non è recupero questo?!

      


Findhorn’ una comunità spirituale aconfessionale, dove tutti sono accolti con grande libertà e rispetto, senza nessuna costrizione o manipolazione e che si fonda su tre principi: lavorare seguendo la propria voce interiore; lavorare con Amore ( il lavoro è considerato amore in azione); lavorare in collaborazione con la natura. Ognuno partecipa a un’attività giornaliera utile per la comunità, che può essere aiutare in cucina, nell’orto, fare le pulizie, e così via.


 


A Findhorn viene condivisa l’idea che l’umanità sia impegnata in un processo di evoluzione della coscienza che genera civilizzazione e una cultura planetaria impregnata di valori spirituali.
E’ per questo che i loro seminari sono un riflesso della ricerca della sacralità in ogni aspetto della vita, creando nuovi modi di interazione tra lavoro, vita, ambiente e dialogo interiore, in un clima di onestà e amore. 
La grande lezione della comunità e’ lo spirito di Comunione, cioè di comune unione, che porta a stare insieme in modo diverso, favorendo una profonda comprensione del rapporto con gli altri e con ciò che ci circonda.

La comunità oggi conta circa cinquecento membri fissi, ma è visitata da persone provenienti da tutto il mondo, che decidono per periodi più o meno lunghi di entrare in questo luogo magico dove ciò di cui tutti parlano esiste già da molto tempo.

Quando si va a Findhorn per la prima volta si partecipa a un programma iniziale che si chiama “Settimana di Esperienza”, ed è il modo ideale per scoprire questa splendida realtà, che invita a lasciar andare i propri limiti, aprirsi all’Amore e diventare il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo. Questo periodo di tempo offre l’opportunità di sperimentare i principi su cui si basa la comunità e partecipare a tutte le attività della fondazione, come meditazioni, danze sacre, passeggiate nella natura, lavoro in uno dei vari settori della comunità e condivisioni di gruppo.

 

     
A Findhorn le persone non sono numeri. Pensate che quando si fa domanda per la settimana di esperienza, viene richiesta da parte della Fondazione una lettera di presentazione che parli di noi, e questo non solo per farci conoscere un po’ in anticipo, ma per permettere loro di preparare il giusto programma per noi.

Non viene certo richiesto un curriculum vitae, ma una panoramica onesta e semplice della nostra vita : le scelte di vita che abbiamo fatto, le persone importanti per noi, ciò che ci ispira, le sfide, i desideri, e perché abbiamo deciso di partecipare a questa esperienza.

La comunità non è un ente con fini di lucro, e si sostiene attraverso le donazioni.
Inoltre i prezzi per partecipare alla settimana di esperienza o ai seminari e programmi vari  variano in base alle risorse economiche
Questo significa che a seconda delle possibilità economiche viene chiesto di scegliere in coscienza quale cifra si vuole pagare, tenendo conto che la cifra più bassa copre appena le spese del programma e dell’ospitalità completa. La cifra media è quella reale del corso e quella più alta permette si di partecipare che di sostenere i partecipanti con maggiori difficoltà.

A Findhorn, infatti, esiste un fondo di aiuto finanziario per chi vive in difficoltà economiche ma vorrebbe comunque fare questa esperienza, e da diverso tempo, ormai, si lavora sul concetto di dono (che è diverso da quello di solidarietà) come forma di supporto agli altri.

Ho riflettuto molto su questo loro punto di vista, e per quanto sottile credo che una differenza ci sia davvero. Secondo me, la solidarietà, per quanto nobile e benedetta, parte da un presupposto di compassione verso gli altri, di desiderio di aiutare e alleggerire le difficoltà della vita. Il dono, invece, ha come presupposto l’Amore, il desiderio di condividere una gioia con un’altra persona. E’ un concetto più elevato che riguarda lo sviluppo di una nuova coscienza umanitaria.

In un’epoca in cui tutti parlano di eco sostenibilità, salto quantico, nuova coscienza e chi più ne ha più ne metta, c’è chi alle parole ha sostituito i fatti, e lo ha fatto mezzo secolo fa, continuando a credere e a diffondere nel mondo una reale alternativa alle condizioni di vita attuali.

Findhorn è come una serra, dove si può crescere psicologicamente e spiritualmente in poco tempo, perché qui avvengono grandi cambiamenti interiori. Quando si torna in mezzo al mondo si è fortificati e pronti a ricominciare la propria vita in modo più consapevole” (Peter Caddy)


Con profonda gratitudine …

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