mercoledì 2 novembre 2016

Sveglia !...





E all’improvviso la terra trema. Gira la testa, sale la nausea e mentre tutto si muove fuori di noi, dentro tutto si ferma. Si ferma il respiro, si fermano i pensieri, si ferma anche l’illusione di essere lontani da ciò che accade nel mondo, dai drammi che toccano sempre gli altri e lasciano  indenni noi. Sale invece la paura e la consapevolezza di quanto siamo piccoli e impotenti rispetto alla natura in cui siamo immersi ogni giorno senza rendercene nemmeno conto.

Viviamo la vita col pilota automatico inserito, senza focalizzarci su ciò che ci circonda e spesso senza averne il minimo rispetto. C’è sempre bisogno di uno “scossone” per destarci dal nostro torpore, perché nella mia visone di ciò che accade intorno a noi, c’è sempre un significato che va oltre il mero accadimento. Quando la terra ha tremato ho sentito la potenza di ciò su cui appoggio i piedi ogni giorno, e mi sono sentita piccola, impotente e fragile. In quel breve lasso di tempo il mio pensiero è stato solo che in un istante tutto poteva finire.

E come succede sempre quando si percepisce la caducità dell’essere umano le priorità tornano ad essere quelle vere, almeno per qualche giorno: la famiglia, gli amici, gli affetti in generale, e a seguire la sensazione di essere fortunati a non vivere quell’inferno. Poi i giorni passano e tutto sfuma, la vita continua e quello “scossone” diventa piano piano un ricordo
.
Quello che mi chiedo io è: perché? Perché lasciare che un richiamo alla consapevolezza così forte entri nel dimenticatoio per essere ritirato fuori solo in presenza di un altro evento simile?

I più potrebbero rispondere che la vita va avanti e non ha senso vivere con l’angoscia che un evento catastrofico potrebbe accadere da un momento all’altro, e mi trovano d’accordo su questo. 
Quello che vorrei però accadesse è che la vita continuasse con uno sguardo aperto e limpido sul nostro vissuto quotidiano, con un bagaglio di presenza maggiore a ciò che viviamo dato da una lezione compresa, non un ritorno al “prima” senza aver capito nulla.

La natura ultimamente ci sta dando moniti forti e chiari per un risveglio della coscienza, che non possiamo ignorare. Siamo qui per un motivo, per adempiere a una missione che riguarda la nostra evoluzione come esseri umani, per aprire gli occhi su una realtà che è molto più vasta e ricca di quella che vediamo o crediamo di vivere ogni giorno. L’essere umano ha potenzialità enormi che non sfrutta, di cui non è consapevole e che non sembra interessato il più delle volte a sfruttare per il proprio salto evolutivo, ma è questo che ci viene chiesto in questo momento storico così potente e delicato, di aprire gli occhi, di porre la nostra attenzione su ciò che è davvero importante.

Per alcuni può riguardare le relazioni, per altri il lavoro, per altri la realizzazione di un sogno o perlomeno il tentativo di farlo, per tutti è togliersi il prosciutto dagli occhi e stare pienamente in quello che viviamo, che vogliamo, che desideriamo.

La vita è una maestra sincera ma severa, che spesso insegna prima la pratica della teoria, perché sa perfettamente che se “leggiamo ricordiamo, se vediamo impariamo ma è solo se proviamo che capiamo”.

E allora svegliamoci, iniziamo a vivere la nostra vita pienamente, torniamo a sognare in grande un mondo migliore per noi e i nostri figli e facciamo per primi piccoli passi in questa direzione. Cerchiamo di essere la migliore versione di noi stessi, ci sono così tante sfumature in ogni istante che viviamo che se ne avessimo la minima consapevolezza le nostre giornate diventerebbero un’avventura continua.

Credo fermamente che uno sguardo sincero alla vita e un cuore aperto alla meraviglia che ogni giorno bussa alla nostra porta renderebbe davvero migliore il nostro viaggio.

Buona vita anime in cammino…



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