venerdì 7 luglio 2017

Parliamoci chiaro!




Girovagando nel mondo social mi capita sempre più spesso di vedere post in cui viene ribadito:
  1. che devi tenerti strette le persone quando le hai perché se le perdi te ne pentirai;
  2. Che le persone buone diventano più cattive delle cattive se prese in giro
  3. Che se hai tradito qualcuno la vita ti ripagherà allo stesso modo
E via dicendo…
Frasi che sembrano moniti diretti a qualcuno che però non viene nominato, messaggi in codice che nascondono fra le righe ben altri significati, tentativi forse di far arrivare un messaggio indiretto a chi di dovere. 

Allora, partendo dal presupposto che non possiamo pretendere che le persone interpretino i nostri messaggi criptati perché , uno non sono nella nostra testa, due forse non pensano sia diretto a loro e tre forse non gliene frega niente dei messaggi sui social, è così difficile dire le cose in faccia senza mandare messaggi subliminali che lasciano il tempo che trovano?

Non posso fare a meno di chiedermi: prima dei social come si faceva? Si scrivevano indovinelli sui foglietti di carta per poi lasciarli sotto il tergicristallo della macchina? O un rebus che poi veniva arrotolato e legato alla zampetta di un piccione messaggero? 
E mi chiedo anche: i segnali di fumo degli indiani d’America, erano messaggi chiari o lasciati alla libera interpretazione di chi li riceveva?

Cosa c’è di tanto spaventoso nel parlar chiaro con le persone dicendo quello che non siamo disposti ad accettare?
Facciamo tanto i gradassi sui social, e poi ci caghiamo nelle mutande quando una persona ce la troviamo faccia a faccia. 
La comunicazione nell’ultimo decennio ha subito un tracollo totale. Da una parte c’è chi la insegna e dall’altra una mandria di persone che non sa più mettere insieme una frase e preferisce lasciare a un post preconfezionato la responsabilità del proprio stato d’animo.

E dire che non dovrebbe essere difficile esprimere ciò che sentiamo. Se una cosa la vogliamo fare è SI’, se non la vogliamo fare è NO, se non sappiamo cosa fare è NON SO. 

Insegniamo ai bambini l’importanza di comunicare sinceramente cosa sentono e poi siamo i primi a non metterlo in pratica. Non possiamo lamentarci se poi non ascoltano, non hanno un buon esempio.
Che poi questo fatto di scrivere messaggi ambigui che dicono tutto e non dicono niente fanno ridere, soprattutto quando il curioso di turno (a ragione anche, perché lo legge su un post pubblico) chiede a chi sia riferito, e la risposta serafica è: la persona a cui è diretta lo sa. 

Ma cazzo mandaglielo in privato allora, o te la fai sotto? Perché ho notato una cosa sui social, tutti parlano ma pochi lo fanno chiaramente. Condividono aforismi ma un commento scritto di pugno è merce rara. Si nascondono dietro a frasi di altre persone (spesso famose) ma se devono esprimere un pensiero personale …guai!!

Quindi? Di cosa stiamo parlando?
Credo personalmente che i social siano uno strumento eccezionale per comunicare, per creare situazioni in cui il confronto (civile ed educato mi sembra sottinteso) può davvero essere costruttivo e intelligente, eppure l’uso che ne viene fatto è tutt’altro.

Possibile che uno schermo abbia sostituito l’interazione matura e sincera fra le persone?
Il coraggio di essere chiari e trasparenti era merce rara prima, figuriamoci adesso. Sembra che parlare chiaro sia il nuovo sport estremo, come i lanci che faceva Patrick de Gayardon con la sua tuta alare. Lui ci ha rimesso la vita , ma non aveva paura, e forse sapeva o desiderava che la fine del suo viaggio fosse proprio in quel modo.

Ma che problema hanno o che paura hanno, per meglio dire, le persone che non parlano chiaro, che si nascondano dietro a frasi preconfezionate ma che poi quando te le trovi faccia a faccia fanno vergognosamente finta di nulla?

Vogliono fare i duri ma poi temono il giudizio altrui. Vogliono fare quelli che portano avanti le proprie idee senza compromessi né condizioni ma piuttosto del confronto preferiscono rimanere nella penombra (giustificandosi magari dicendo di non voler creare tensioni, di non voler offendere nessuno, e così via), vogliono lanciare un messaggio ma si affidano alla presunta intelligenza del destinatario che dovrebbe capire che il messaggio è per lui. Vi rendete conto vero dell’assurdità e ridicolaggine di questo atteggiamento, che posso solo definire immaturo e puerile.
E’ come scrivere una cartolina senza indirizzo….potrebbe arrivare a chiunque…
E se arriva al destinatario sbagliato? 

La verità a volte fa male, ma almeno chi la riceve si sentirà rispettato, e rispetterà chi ha avuto il coraggio delle proprie azioni e dei propri pensieri.



Coerenza e maturità….queste sconosciute!