sabato 10 febbraio 2018

Speedlove....




Si dice che non basti una vita per conoscere una persona, eppure a volte bastano pochi minuti per capire se chi abbiamo davanti merita una seconda chance.
Se è vero che l’abito non fa il monaco, è altresì vero che a volte lo fa!!
E le reazioni sensoriali che nascono quando incontriamo una persona per la prima volta ci dicono molto, non tanto su di lui, ma su di noi, su quello che vogliamo davvero e su quello che non siamo disposti ad accettare.

Quante volte ci è capitato di dire:” Ho conosciuto una persona, ci ho parlato qualche minuto e ho sentito subito un certo feeling?!”
Su questo principio si basa lo SPEED DATE, metodo di incontro fra i più discussi ma anche anche frequentati.!!

Che cos’è?

E’ l’incontro fra sconosciuti (uomini e donne in numero uguale)che si parlano per pochi minuti. Le donne sono sedute ognuna a un tavolino e gli uomini ogni tre minuti scorrono a quello vicino. In questo modo tutti parlano con tutti.
Vietato scambiarsi numeri di telefono o mail fino alla fine del giro, e li potranno avere solo gli uomini ai quali le donne avranno scritto SI’ su un foglietto, e sempre che anche loro abbiano fatto lo stesso (il cosiddetto match).
Quando se ne parlò per la prima volta, il sociologo Francesco Alberoni commentò così: “E’ una pazzia, durerà pochissimo”.
Invece lo speed date ha compiuto vent’anni. Il primo fu organizzato a Los Angeles nel 1998, e in Italia esiste da ben 15 anni.

Perchè così tanto successo? E soprattutto, è davvero possibile incontrare qualcuno che possa fare la differenza in soli tre minuti? 
Qual è la parola magica che fa scattare l’interruttore dell’interesse?
L’aspetto fisico arriva sicuramente per primo, e possiamo dirci quanto vogliamo che la bellezza non è tutto , ma se quello che vediamo non ci piace, o semplicemente non c’è quella sensazione a pelle che ti spinge ad andare oltre, sarà difficile fare il passo successivo.
Puoi essere anche Giacomo Casanova, ma se in tre minuti riesci solamente a identificarti e a chiarire che non hai reati a carico, l’interesse è difficile che decolli.
Qual è allora l’ingrediente magico che determina la scelta? 
Cosa colpisce in prima battuta? Quello che dice, o quello che non dice? Quello che arriva a pelle o le sensazioni che sotto pelle mandano un messaggio?

Si dice che basti un attimo per innamorarsi di qualcuno, ma è anche vero che non basta una vita per conoscere una persona.
Si dice anche che gli occhi siano lo specchio dell’anima e che sia facile capire se uno mente avendolo davanti, ma vi ricordo che i migliori bugiardi sono quelli che lo fanno guardandovi in faccia.
E allora perchè scegliere lo speed date per incontrare qualcuno?

Dall’indagine che ho effettuato i motivi possono essere diversi:

  • gli altri metodi non hanno dato i risultati sperati e si cercano nuove strade nella speranza di incontrare qualcuno che valga la pena conoscere;
  • Vincere la solitudine o la propria timidezza/ insicurezza nel conoscere un’altra persona. Agli speed date si va da soli e si è “costretti” a interagire con l’altro.
  • Non si ha il tempo o la voglia di “faticare” per incontrare qualcuno, e si sceglie questo strumento per massimizzare le possibilità di riuscita.
  • Curiosità

In una società che ha fatto dell’uso del tempo il metro di giudizio di ogni situazione, come si inserisce il bisogno crescente di conoscenza e interazione?
Se tre minuti è l’intervallo dentro il quale sparare le cartucce migliori per destare l’interesse dell’altro, come possiamo sperare di vivere una relazione a lungo termine senza cadere nella noia e nella superficialità?


Quando si parla di amore, c’è davvero un “tempo” da rispettare?