martedì 17 novembre 2015

Gelosia...




La gelosia è quell’emozione che si scatena quando non siamo più sicuri di noi stessi, quando crediamo che l’affetto che gli altri provano per noi non sia più totale, integro e autentico. Essere gelosi di qualcuno che riteniamo più bello di noi, più simpatico, più intelligente, più carismatico è un’illusione dettata da una profonda insicurezza personale, dalla paura dell’abbandono e dalla falsa credenza di non essere meritevoli di amore e considerazione. 
E’ una situazione all’ordine del giorno, che coinvolge adulti e bambini ma che ha origine  sempre dalla paura di non essere abbastanza. Nei bambini questo atteggiamento è particolarmente chiaro quando nasce un fratellino/sorellina.  
Per quanto un genitore possa rassicurare il primogenito che nulla cambierà, in realtà non può impedire che ciò avvenga. Le cose cambiano eccome, non certo a livello di amore ma nelle dinamiche quotidiane sì. Il tempo viene diviso, le attenzioni anche,e non sempre a favore del primo, anzi. 
Il più piccolo diventa il nuovo centro dei movimenti della famiglia, e per quanto il grande venga coinvolto le attenzioni che gli vengono rivolte sono di meno, in parte oggettivamente, perché il nuovo nato ha bisogno di tutte le attenzioni del caso, in parte percepite soggettivamente dal primogenito che vede in ogni riduzione di attenzione anche una riduzione di amore. 
Ecco allora che il bambino non si sente più abbastanza, non si sente più amato come prima, e vede nel fratellino il “ruba amore di mamma e papà”. E’ importante a questo punto sostenerlo, coinvolgerlo, farlo sentire importante e parte di un progetto più grande, l’educazione del “marmocchio”, senza però attribuirgli la responsabilità di quest’ultimo.
 Dire “tu sei grande, dovresti capire, dovresti fare, dovresti insegnargli etc, etc” è pericoloso, perché per quanto possa essere grande è comunque un bambino, con le sue fragilità e il suo bisogno di sicurezza e di sentirsi speciale nonostante tutto.
 La gelosia cammina di a braccetto con l’insicurezza e la rabbia. E’ infatti importante affrontare questo aspetto tenendo conto dei suoi fedeli “amici”. Vediamo come affrontarla con i rimedi vibrazionali degli animali selvatici.

·         Balanced Child (bambino equilibrato). Questa è una combinazione che racchiude tutte le essenze del “bambino selvaggio) e che mira a riportare equilibrio ed armonia, oltre a coraggio, sicurezza, fiducia in se stessi.

·         Tasso: per vivere la rabbia in maniera sana, esprimendola consapevolmente nella giusta maniera per far capire il nostro disagio senza essere aggressivi.

Butterfly (farfalla). Ottimo quando dobbiamo adattarci a nuove realtà e quando noi stessi dobbiamo 

Fra i Fiori di Bach ci vengono invece in  aiuto:

Holly : l'essenza che lavora sulla rabbia ma anche sulla gelosia, sull'invidia, sugli scatti d'ira. Sembra un paradosso ma Holly è in realtà un richiamo d'amore, è come se volesse dire: "perchè non riesci ad amarmi come ne ho bisogno io? perchè non mi vedi? etc"

Walnut: per adattarsi ai cambiamenti in corso, nelle situazioni e in noi stessi. E' un fiore che potremmo prendere anche tutta la vita visto che cambiamo in ogni istante.

Larch:  per la sicurezza personale, non quella circostanziale bensì quella caratteriale. la sicurezza e fiducia in se stessi è il mattoncino fondamentale su cui costruire la nostra personalità.

lunedì 9 novembre 2015

Ho paura!!!



Credo fermamente che la paura sia, nella sua accezione  negativa, l'emozione più invalidante in assoluto. La paura ci paralizza totalmente, ci impedisce di affrontare le difficoltà e superare i nostri limiti, ci tiene costantemente in quella zona di confort in cui non necessariamente stiamo bene ma che percepiamo comunque meno dolorosa di un cambiamento. Quando abbiamo paura dimentichiamo il nostro potere personale, quella forza e spinta interiore che ci permettono di fare un salto verso il benessere. La paura di sbagliare, di compiere un'azione da cui crediamo di non poter più tornare indietro, il timore di ferire gli altri, di non essere all'altezza di una nuova situazione, di rimanere soli, di non essere più amati se falliamo ci bloccano sulla linea di partenza. Se poi abbiamo avuto esperienze simili negative il gioco è fatto, non ci metteremo più in gioco così, a meno di non aver fatto un lavoro su se stessi che ci ha permesso di capire quale lezione c'era dietro a un'esperienza dolorosa. La paura fa leva anche sull'insicurezza , sulla paura di non essere più amati se sbagliamo, sul timore del giudizio degli altri, come se fossero questi ultimi a determinare il nostro valore, sull'incapacità di credere in noi stessi , in quello che siamo e che possiamo raggiungere.
La paura purtroppo è stata e viene tutt'ora usata per controllare le persone. La politica del terrore viene usata dai governi per controllare le masse, ma nel nostro piccolo lo vediamo nell'educazione che abbiamo ricevuto e che impartiamo ai nostri figli. I nostri genitori ci spaventavano per non farci fare certe cose, e noi lo facciamo con i nostri figli, per amore, certo, ma non usiamo la giusta modalità, e sviluppiamo in loro la fragilità.  Per fortuna ci sono diversi rimedi vibrazionali che ci aiutano ad affrontare la paura e le sue sfumature. vediamone alcuni:


    1. Leoncino (Essenza degli Animali Selvatici): per i bambini ( e gli adulti) che devono imparare a riconoscersi forti, fiduciosi e capaci, che sono pieni di paura e ansiosi, che mancano di autostima e devono sviluppare il coraggio per avanzare. 
    2. Leone di montagna (Essenza degli Animali Selvatici): aiuta ad agire in base al proprio pensiero e alla propria verità interiore a dispetto delle opinioni altrui o di avvenimenti esterni. Permette di attraversare le proprie paure con sicurezza e determinazione, sviluppando l'assertività e una maggiore forza a livello fisico ed emotivo.
    3. Mimolus ( Fiori di Bach) per bambini/adulti timidi e insicuri, la cui paura è riferita alle cose del mondo, come gli incidenti, la povertà, la solitudine,0.2 e anche per chi soffre di fobie e teme tutti gli eccessi: troppa luce, troppo buio, troppa gente, troppa acqua, etc. Aiuta inoltre coloro che devono affrontare una prova e sono terrorizzati, per chi arrossisce, balbetta e sente il cuore battere a mille. Mimolus ci dona un nuovo equilibrio interiore che ci permette di affrontare serenamente ogni circostanza.
    4. Aspen ( Fiori di Bach) per chi ha paure vaghe, indefinite, per chi ha cattivi presagi e si monta la testa con paure irrazionali fino ad esserne perseguitato.  Per i bimbi che hanno paura del buio, che fanno incubi, che vedono l'uomo nero dietro ogni angolo o figure terribili che incombono su di loro. I soggetti Aspen temono tutto ciò che non si può afferrare concretamente, e le loro paure e sensazioni finiscono per diventare una gabbia da cui non escono più.
    5. Larch (Fiore di Bach) per gli insicuri, per chi si sente meno bravo degli altri, si scoraggia facilmente e rinuncia in fretta. Per chi ha paura di fallire  in quanto convinto di non riuscire, e siccome questa convinzione è molto radicata in loro, il fallimento arriva puntuale. Soprattutto i bambini devono essere aiutati a costruire le basi della fiducia in se stessi e a rafforzarla, stimolarli positivamente invece di criticarli o metterli a paragone con gli altri. Bisogna cercare di vedere con i loro occhi, e non pretendere che loro si adattino ai nostri metri di giudizio.

lunedì 2 novembre 2015

So chi sono!!!!!




La seconda essenza che voglio illustrare è quella del “Lupacchiotto”. 
Parto con i cuccioli perché sono lo step iniziale da cui tutti iniziamo il nostro viaggio. Anche gli umani adulti sono stati “cuccioli”, ed è proprio nell’infanzia che le esperienze che viviamo influenzano il nostro carattere.  Alla base della nostra sicurezza personale e della nostra centratura c’è il senso di appartenenza, cioè quel sapere in ogni istante della nostra vita che siamo parte di un “branco” che rappresenta le nostre radici, le nostre origini e la consapevolezza che ovunque noi andremo e qualunque cosa faremo nella vita lì potremmo sempre tornare. Il senso di appartenenza non è solo prettamente “fisico”, cioè la famiglia vera e propria, che col tempo può sparire, ma un senso di identità profonda che sopravvive alle persone e che ci struttura fortemente da un punto di vista caratteriale, facendoci sempre sentire a “casa” anche se lontani, perché quella “casa”, quel calore e la certezza di chi siamo è dentro di noi. Sapere di appartenere ci fa sentire sempre al posto giusto, ci dà la certezza di avere un posto nel mondo.

Per comprendere il dono che quest’essenza ci fornisce basta osservare le dinamiche del lupacchiotto in natura.  Il lupo è un animale sociale che si prende cura della famiglia e che ha necessità di essere parte di qualcosa di più grande di lui come singola entità, il branco, nel quale vige una rigida scala gerarchica. Ognuno ha il suo ruolo, e questa struttura permette la sopravvivenza di tutti. L’immagine del lupo solitario è squisitamente letteraria, infatti un animale emarginato dal gruppo o riesce a crearne un altro o è destinato a una triste fine. I cuccioli nello specifico sono allevati da tutto il branco che si occupa collettivamente della loro educazione e crescita. Hanno inoltre il permesso di mangiare per primi insieme ai membri dominanti, e poi seguendo la gerarchia, anche il resto del branco si può sfamare. I cuccioli hanno quindi il loro posto nel branco, e lo sanno. Sanno di appartenere ed essere importanti.
Questo è il grande dono che quest’essenza ci fornisce, un senso profondo di appartenenza, di sapere che facciamo parte di un nucleo originario che ci fornisce sicurezza e identità .

Il “Lupacchiotto”sostiene i bambini i cui genitori si separano, perché dentro di loro può nascere la domanda: “E adesso dove mi colloco io?”  E aiuta allo stesso tempo  i bimbi che si trovano disorientati nel mondo della scuola e in altri ambienti “sociali”, o la cui famiglia è emotivamente agitata e non in grado di fornire loro quella sicurezza di cui invece necessitano.

E’ molto utile anche per gli adulti che non hanno sentito nella loro vita questo senso di appartenenza e di adattamento ai gruppi di cui hanno fatto o fanno parte, che sentono di non avere un posto nel mondo e non si sentono importanti.