venerdì 16 settembre 2016

Il potere del "viaggio"...




Quando pensiamo a un modo per staccare la spina da una quotidianità che ci schiaccia, il primo pensiero va al viaggio. Ho sempre creduto che fosse inutile fuggire se la prigione è dentro di noi, ma negli ultimi anni mi sono dovuta ricredere.
Allontanarsi fisicamente dai luoghi in cui viviamo un disagio, ci permette di prendere una distanza dal disagio stesso, come se fosse circoscritto a quella particolare area geografica. Eppure, a onor di logica non dovrebbe essere così, la nostra vita ci segue dappertutto.

E invece quando saliamo su un’aereo, su un treno o facciamo il pieno all’auto e andiamo via, sembra che tutti i problemi svaniscano, o per lo meno siano meno pesanti di quanto sono normalmente. Il solo fatto di fare la valigia,che per me è un rituale, fa tirare grossi sospiri di sollievo, come se sapessimo dentro di noi che a breve saremmo “liberi”, almeno per un po’.

Quando usciamo dai confini della nostra “comfort zone” geografica i fili che ci tengono legati a situazioni difficili da gestire si allentano come per magia. Respirare l’aria di un’altra città o , per i più fortunati, di un altro paese, dà una sorta di ebbrezza che rende tutto più semplice.

La prima volta che mi sono realmente soffermata a “sentire” il grande potere che ha il viaggio è stato in Egitto, tanti anni fa, di fonte a un tramonto generoso nei colori e potente nell’energia.
La mia vita si è srotolata davanti ai miei occhi come la bobina di un film, e tanti interrogativi che avevo a “casa” hanno avuto una risposta. Ho visto chiaramente i problemi alla base di  certe situazioni e altrettanto chiaramente ho visto le soluzioni. Lontana dal coinvolgimento emotivo e dal’interazione continua con persone che anche nel bene volevano aiutarmi, influenzando però le mie scelte con il loro punto di vista, ho capito cosa fare. Ho messo da parte i consigli non richiesti, la manipolazione sottile di chi voleva controllare non solo la sua vita ma anche quella degli altri, il desiderio di trattenere qualcosa che in realtà avrei dovuto lasciare andare tempo prima e ho tirato una bella riga.

Ho respirato a pieni polmoni l’aria profumata di quella magica terra e ho lasciato che quel potere agisse attraverso di me, liberandomi da una zavorra ormai troppo pesante.

Da allora,  il viaggio per me è un’opportunità, e ho imparato ad usare il suo potere anche nei brevi spostamenti, come nel tragitto casa-lavoro. Isolo un pensiero e lo diluisco nello spazio, nella distanza fra la partenza e l’arrivo, e lo faccio decantare, come si fa col vino. Quando sento che non è più carico di emozioni, che sono quelle che ci distolgono dalla realtà delle cose, lo guardo, e la soluzione viene a galla, come se aspettasse solo di essere vista.

Il fatto poi di muovermi fisicamente da un posto all’altro mi permette di entrare in sintonia con l’energia del luogo. In terre vulcaniche ho sentito fortemente l’energia della terra e del fuoco, una sensazione indescrivibile di potenza e impotenza allo stesso tempo, di non essere nulla rispetto a quello sui cui poggiavo i piedi. Sulla vetta di una montagna innevata, con l’aria tagliente che screpolava la pelle e bruciava gli occhi, ho sentito la mente sgombra, vuota, come se l’immensità del paesaggio intorno a me avesse fatto piazza pulita di ogni pensiero. E su una barca in mezzo a un mare cristallino, mi sono sentita semplicemente libera, al sicuro e grata.

Quando ci allontaniamo dai nostri problemi li vediamo con più chiarezza, come se uscissimo da una nebbia fitta. E questa nebbia è il non staccare mai la testa da quegli stessi pensieri che vorremmo risolvere, il parlarne in continuazione caricandoli di ansia, aspettativa e paura, dar loro il potere di gestire la nostra vita quando dovrebbe essere il contrario.

Ecco allora che il viaggio ci viene in aiuto. Ci stacca da quell’agonia continua e ci permette di respirare un po’, mostrandoci non tanto la soluzione, che si manifesta comunque la maggior parte delle volte, ma un modo più sano per affrontare le situazioni, e ci dona gli strumenti per muoverci più agilmente nella vita.
Il viaggio mentale, che tutti facciamo a seconda delle necessità, aiuta, ma è quello fisico che dà le risposte. Noi siamo corpo e mente, e se la seconda a volte ci inganna e seduce mostrandoci realtà distorte, il primo la rimette al suo posto, tagliando quei fili che ci legano nostro malgrado a situazioni scomode che non vogliamo vedere realmente.

Ecco perché è importante secondo me spostarsi fisicamente dai luoghi in cui si vive.  Può sembrare folle la cosa, lo capisco. C’è chi potrebbe dire:”i problemi non si risolvono andando a fare un giro!”. Infatti è così, ma fare un giro schiarisce le idee, ossigena il cervello, ci dà un attimo di respiro, e magari in quell’attimo si accende la lampadina, e una nuova idea viene partorita, e magari è quella giusta per tirarci fuori dal guado. Magari non succede nulla, ma perché rifiutare la possibilità che invece qualcosa possa cambiare?

La nostra mente è come una coppa piena che ogni tanto va svuotata. Non possiamo elaborare nuovi progetti se il nostro contenitore è pieno di quelli vecchi, e non possiamo fare spazio a nuove idee se i cassetti della nostra mente sono pieni di cartacce ormai da buttare.
Dobbiamo fare spazio, e per farlo ci viene incontro una cosa che facciamo tutti i giorni, senza consapevolezza però, il viaggio!

E’ un viaggio non solo la vacanza al mare o in montagna, ma la passeggiata a piedi, il tragitto verso il lavoro, qualunque situazione ci sposti fisicamente da un luogo all’altro. 
E la ciliegina sulla torta è il silenzio, il silenzio dentro di noi, quello stato che si crea quando i pensieri vengono zittiti, e l’unica voce è quella del nostro cuore che ci fa sentire fisicamente ciò che vogliamo davvero. E la soluzione arriva.

Ma per questo ci vuole un po’ di allenamento, coraggio, disciplina,umiltà e qualche volta una buona dose di sana onestà.

Buon viaggio anime in cammino!



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