C’è
una parte di noi che è strettamente legata al nostro essere “animali” a due
zampe, ed è l’istinto.
Non è mediato, parla direttamente dei nostri bisogni, di
quello che risuona dentro di noi a volte in maniera assordante, che si aggancia
senza mezzi termini al nostro essere più libero e selvaggio.
Non significa
esseri cani sciolti in preda al delirio, anzi, ma individui in ascolto di
quella parte di noi non influenzata da niente se non dal sentire più vero e
profondo.
L’istinto
parla il linguaggio del desiderio, del bisogno, della sopravvivenza.
E’ la
nostra parte primitiva, carnale, più semplice a volte della parte razionale, ma
non sempre gestibile. L’istinto è come il pilota automatico che ci guida nelle
scelte della vita, ma a volte va in avaria.
E sapete quando? Quando incontra le
passioni.
Per
quanto una passione possa ravvivare i colori della nostra tela, spesso e
volentieri crea un cortocircuito dentro al nostro sistema, e mentre la
razionalità cerca di gestire il tutto per sfruttare la meglio la situazione
carpendo il buono che può emergere da situazioni fortemente sentite, l’istinto
si fa travolgere nella maniera più sconveniente e a volte pericolosa. Certo, un
istinto sano riesce a sentire l’odore del pericolo quando lo incontra, ma a
volte non riesce a fare un passo indietro, perché l’adrenalina che scaturisce
da quell’incontro è come una droga di cui non può e non vuole fare a meno.
Una
persona dotata di un buon equilibro fra istinto e razionalità saprà sfruttare
il meglio di ogni situazione, valutando le intuizioni, sentendo cosa provocano
dentro di lei e agendo in base a ciò che
reputa meglio per sé, tenendo conto di tutte le variabili.
Una
persona in cui l’istinto prevarica sulla ragione e spesso sul buon senso
imbavaglierà la razionalità e seguirà gli istinti più bassi e terreni, che non
tengono conto delle conseguenze di certe azioni ma puntano alla soddisfazione
immediata di un desiderio o di un bisogno. A volte è la scelta giusta, quando
cogliere l’attimo può fare la differenza, altre volte invece è come lanciarsi
nel vuoto convinti di aver indossato il paracadute e invece abbiamo preso lo
zaino con la merenda. Il risultato è uno schianto da cui spesso non c’è
ritorno.
L’
istinto ci spinge verso ciò che nell’immediato può darci soddisfazione o che
risponde al momento a ciò che sentiamo più giusto per noi, mentre la ragione
valuta tutti gli aspetti a 360 gradi facendo una previsione a lungo termine. Se
una cosa la vogliamo subito perché brucia dentro di noi come il legno nel
camino, perché buttarci sopra dell’acqua per evitare che si consumi troppo in
fretta? Se il suo tempo fosse quello? E se invece fosse necessario controllare
quel fuoco per evitare che diventi un incendio e bruci tutti prima del tempo?
Non
c’è secondo me un libretto delle istruzioni per sapere cosa è giusto fare. Ognuno
ha la sua indole e il suo vissuto, e un sistema di valutazione interna, detto
anche coscienza, che elabora i dati e fa una previsione di successo o
fallimento.
Ma
indipendentemente da ciò che sceglieremo e dal risultato, sarà comunque la
scelta migliore che potevamo fare e quella più giusta per insegnarci una
lezione . Può sembrare semplicistico detto così, ma è la verità.
Come
esseri umani siamo dotati di razionalità e intelligenza, ma come membri del
regno animale abbiamo istinti che non sono spiegabili e spesso nemmeno controllabili,
che a volte ci salvano e a volte ci condannano, in ogni caso ci insegnano qualcosa.
E
allora viviamo d’istinti conditi da ragionamenti, piuttosto che distinti e
separati dalla parte di noi forse più pericolosa e non addomesticabile ma
sicuramente più vera e spesso divertente.
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