Credo
sia capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di sentirsi seduto sulla
polveriera, con la sensazione precaria e malsana di essere sul punto di
esplodere da un momento all’altro.
Non è una condizione normale per un essere
umano avere il timore di perdere il controllo e commettere forse qualche atto
sconsiderato, ma non è normale e neppure sano arrivare al punto di non ritorno
senza ascoltare la carica energetica che monta dentro di noi, e che va
inesorabilmente verso il punto di rottura.
Il
malessere che sorge dentro di noi rispetto a una determinata situazione è un
campanello d’allarme, che chiede prepotentemente di essere guardato. Quando
fisicamente iniziamo a risentire dell’ansia e dell’angoscia che a tratti non ci
fanno respirare e a volte temere il peggio, significa che siamo arrivati al
limite, e dobbiamo fare qualcosa per risolvere la situazione.
Spesso
ci ostiniamo a rimanere in una situazione perché abbiamo paura del cambiamento,
perché pensiamo di non riuscire a trovare un’alternativa, perché tutto sommato
ciò che ci fa soffrire, ma che conosciamo, fa meno paura di qualcosa di nuovo,
che invece non conosciamo. Così ci facciamo complici di uno stillicidio
quotidiano che nel lungo periodo ci farà soffrire molto di più, piuttosto che
armarsi di coraggio e amor proprio e scegliere una nuova via.
Questo
vale per tutto, per le relazioni per esempio, in cui viviamo da anni con una
persona che non amiamo più, con cui non parliamo più, che è diventata la nostra
coinquilina piuttosto che la nostra compagna ma che rappresenta la sicurezza di
un porto sicuro a dispetto della vastità e incontrollabilità del mare aperto.
Vale
per i lavoro. Fare un lavoro che non ci piace, con persone che non ci
rispettano magari o che non ci danno il giusto valore, ma che non abbiamo il
coraggio di lasciare perché “un posto di lavoro oggi bisogna tenerselo
stretto”, è come incamminarsi sulla strada della malattia.
Anche
amicizie sterili e senza spessore creano in noi più vuoto di quello che
dovrebbero colmare, ma piuttosto della solitudine meglio una pseudo amicizia,
piuttosto dello sforzo di cercare persone simili a noi con cui condividere non
solo il tempo e lo spazio ma anche questo bellissimo viaggio chiamato vita.
Ma
facciamo i conti senza l’oste. Il malessere che sorge piano dentro di noi ci
racconta una storia, la nostra storia, e se non è chiaro quello che vogliamo
davvero, lo è sicuramente quello che non vogliamo. Quando sentiamo un peso sul
petto che cresce sempre di più, quando il sonno non è più rigenerante ma una
fuga dalla realtà che viviamo, e quando il solo stare in certe situazioni ci
provoca tensione, rabbia e nervosismo siamo arrivati a un punto di non ritorno.
Se non decideremo noi di fare un salto di qualità verso nuovi lidi sicuramente
sconosciuti ma ricchi di nuove opportunità per ritrovare la nostra armonia, lo
farà la vita per noi, ma a che prezzo?
Sento
quotidianamente di persone che perdono il lavoro ma che non si abbattono, e che
nonostante la crisi che vive il nostro paese ne trovano un altro, in cui si
sentono meglio, in cui tornano a respirare, e col senno di poi affermano”Se
avessi saputo prima che la mia vita sarebbe migliorata così, non ci avrei
pensato tanto a cambiare!”.
E la stessa
cosa vale per i rapporti che ormai sono finiti ma che si trascinano
inesorabilmente come un animale in agonia, e per le amicizie che muoiono da
sole sotto i colpi della noia e dell’opportunismo.
Cosa ci impedisce allora di
scegliere la nostra pace interiore, la nostra salute, la nostra libertà di
vivere una vita appagante e libera da compromessi che non accettiamo più?
Perché ci ostiniamo ad alimentare la nostra insoddisfazione quando il mondo è
pieno di opportunità che aspettano solo di essere colte?
Perché
abbiamo paura, ecco perché. Paura di finire in una situazione peggiore, o
peggio di rimanere senza nulla, senza pensare che invece potremmo stare meglio.
Nell’epoca in cui la paura è il giogo che trasciniamo e che ci impedisce di
vivere in maniera sana e libera, noi siamo come prigionieri tenuti a pane e
acqua.
Ci accontentiamo a volte di situazioni mediocri, accettiamo lo
sfruttamento, pensiamo di non essere meritevoli o abbastanza bravi per ottenere
di meglio, quando invece siamo fatti di pasta divina che cerca ogni giorno una
nuova forma per essere felici.
Siamo
cresciuti a pane e paura, quando la vita ci dimostra ogni giorno che non serve
vivere da prigionieri perché siamo nati liberi, e liberi dobbiamo vivere.
Liberi di scegliere se rimanere o andare, consapevolmente però, non perché temiamo
di non avere alternative, liberi di prendere in mano il nostro destino e dargli
la direzione che vogliamo, liberi di non accontentarsi, di scegliere ciò che è
meglio per noi e soprattutto certi di essere abbastanza bravi e forti per
affrontare qualunque cambiamento.
Nessuno
ci pensa mai, ma quanto siamo cambiati negli anni, quante cose abbiamo
affrontato attingendo a una forza che non sapevamo neanche di avere? Siamo
sopravvissuti a tanti di quegli scossoni che basta pensarci un attimo per
capire che non abbiamo ragione per restare in un “luogo” che non ci nutre ma
che al contrario ci consuma lentamente.
E quando dentro di noi cresce quella
spinta interiore che indica la via, dobbiamo avere il coraggio di seguirla, di
cambiare strada se sentiamo che la tensione interna è troppa.
Se non ascoltiamo
il risultato sarà una deflagrazione, e ciò che rimarrà un mucchio di macerie da
cui ripartire. E allora perché arrivare a questo punto, perché vivere la nostra
vita seduti su una polveriera che rischia di esplodere da un momento all’altro
creando uno spargimento di sangue inutile ed evitabile?
Eppure,
nonostante questo, siamo i campioni della resistenza a oltranza, della
sofferenza che supera ogni limite di sopportazione, del farci andare bene
persone e situazioni che non vanno palesemente bene per noi, e il corpo ce lo
dice in tutti i modi, fino a quando, esausto e scoraggiato dalla nostra sordità
ci procura una bella malattia, che non possiamo ignorare e che rappresenta
spesso la chiave di volta per scelte che rispecchino finalmente ciò che
vogliamo davvero per noi.
Sono
tanti gli stati d’animo a cui fare appello per questo salto, il coraggio,l’amor
proprio, la certezza o fede che tutto si risolverà al meglio per noi se
facciamo il primo passo, e anche una sana paura di perire in una situazione può
essere un buon detonatore per un cambiamento radicale!
Dalla
natura ci sono alcuni rimedi vibrazionali che ci supportano in questo lancio in
questo passaggio, vediamo quali sono:
·
Leone di
Montagna
(Essenza Animali Selvatici) per rimanere allineati con la propria verità
interiore a dispetto di qualsiasi distrazione o avvenimento esteriore, a
trasformare in azione il proprio pensiero e ad attraversare le proprie paure
con sicurezza e determinazione.
·
Leone, (Essenze
Animali) per esprimere la propria autorità e potere personale, sviluppare
coraggio e affrontare le paure.
·
Volpe, ( Essenze
Animali) per sviluppare autonomia di pensiero e il coraggio di portare avanti le
proprie decisioni. Aiuta a svincolarsi dai condizionamenti sociali per poter
imboccare la propria strada e riconoscere la propria autorità.
·
Foca, (Essenze
Animali), grande maestra di un benessere spontaneo e dell’azione compiuta senza
sforzo. La foca aiuta a comprendere che dopo aver dato il via iniziale (con la
prima pinnata), ci si può rilassare nell’attesa che il processo si sviluppi da
solo.
·
Salmone , (Essenza
Animali), per procedere con perseveranza verso il proprio destino, mantenendo
integra la fiducia anche a fronte dell’ignoto, per arrendersi la mistero
spirituale della vita.
·
Walnut, (Fiore di Bach)
per attraversare qualunque cambiamento con fiducia e fluidità, recidendo
attaccamenti e legami malsani e rendendoci meno influenzabili alle opinioni
altrui.
·
Gentian, (Fiore di
Bach)per il sabotatore dentro di noi,
pessimista per vocazione che mostra solo il bicchiere mezzo vuoto, instillando
in noi la certezza che nonostante gli sforzi e le buone intenzioni falliremo
comunque. Per non lasciarsi deprimere e scoraggiare.
·
Cherry Plum,
(Fiore di
Bach), per chi vive seduto sula polveriera, temendo di esplodere da un momento
all’altro. Per chi vive agli estremi, o troppo controllo o fuori controllo, per
chi ha bisogno di trovare la via di mezzo per usare la sua energia nella
maniera migliore.
Non
abbiate paura di scegliere, allenatevi, e poi fatelo, rischiate, lanciatevi in
caduta libera, scegliete per voi, solo per voi.
Non
ve ne pentirete.