A volte viviamo situazioni che pensiamo essere in una certa
maniera ma che poi si rivelano tutt’altro, e altre volte frequentiamo persone
che crediamo siano in un certo modo ma che poi si dimostrano essere completamente
diverse.
Non posso fare a meno di chiedermi: perché abbiamo le fette di
prosciutto sugli occhi e non ce ne accorgiamo neanche?
Abbiamo bisogno dei miraggi per
andare avanti nella realtà? E fino a che punto lo facciamo in maniera
inconsapevole?
E soprattutto, quando ci accorgiamo della realtà delle cose, perché
a volte ci ostiniamo a continuare su quella strada e non abbiamo invece il
coraggio di cambiare direzione?
Cosa c’è in quell’illusione che ci fa
scegliere di restare?
La speranza che tutto possa cambiare? O forse la paura di sentirsi
smarriti, persi senza quel sogno in cui magari abbiamo creduto davvero e
investito tempo ed emozioni?
Svegliarsi dal miraggio ed aprire gli occhi è una doccia fredda a
volte, ha qualcosa di crudele ma estremamente liberatorio. Di fronte alla
verità si è nudi, indifesi e persi, ma anche questa è un’illusione, perché dopo
poco ci si rende invece conto di essere liberi, liberi di scegliere se
continuare a raccontarsi una favola o indossare la nostra armatura più bella ed
entrare in campo per vincere la nostra battaglia, quella per una realtà onesta
e sincera, appagante e soprattutto vera.
In un mondo in cui tutti si accontentano del mediocre per paura
della solitudine e del cambiamento, la differenza la fa chi sceglie di
svegliarsi dal miraggio, chi si assume il rischio di sbagliare, di cadere, di
farsi male, con la consapevolezza però che la vita ha in serbo per lui qualcosa
di più grande e sicuramente migliore di un’illusione che fa acqua da tutte le
parti.
A volte però siamo noi che abbiamo bisogno di credere in un
miraggio, e anche se questo si rivela per quello che è, cioè un’illusione ,
continuiamo ad alimentarlo come se la sua presenza riempisse un vuoto, senza
accorgerci, invece, che non fa che alimentarlo.
Quando la bolla scoppia, poi,
ci restano in mano solo i pezzi di quel miraggio, e una delusione così profonda
da lasciare dentro di noi ferite che diventano voragini, e la sensazione netta
e tagliente della nostra stupidità, per non aver visto la realtà e a volte per
esserci ostinati a perseverare nonostante tutto ci dicesse di mollare.
Ci vuole coraggio per fare scelte scomode e difficili, ma ce ne
vuole molto di più per ammettere la realtà delle cose. Noi riempiamo il
miraggio di aspettative, desideri, emozioni, e vediamo spesso solo quello che
vogliamo, lasciando indietro quello veramente è, e lo facciamo perché ne
abbiamo bisogno in quel momento, perché desideriamo che sia esattamente come
vogliamo noi, per una volta. Ma quando il miraggio svanisce e la verità si
mostra, tutte le nostre certezze scivolano via come acqua fra le dita.
Alimentare un miraggio è pericoloso quando si è vista la realtà
almeno una volta, è un dolce suicidio, è come prendere una goccia di arsenico
tutti i giorni.
Prima o poi si muore.
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