Immagini di Patricia Quinto Cotarate Photographer
Basta camminare sulla battigia per capire che il mare è la più grande allegoria della vita esistente.
Calmo, increspato e in tempesta, mosso, imprevedibile e profondo.
La vita è così, a volte inquieta e burrascosa, altre volte calma e fluida, ma mai ferma, anche quando sembra piatta.
Sarà il profumo che emana, la schiuma che si forma quando le onde arrivano a riva per poi tornare indietro, sarà che è il mare che abbiamo dentro a creare le nostre tempeste, ma nessun elemento naturale racconta la vita come “lui”.
Osservo i sassi, uno vicino all’altro, e penso che siamo tutti sulla stessa barca, tutti esposti alla marea, agli eventi che travolgono le nostre esistenze e ci cambiano per sempre.
Possiamo essere anche grandi e spigolosi, ma la vita smussa gli angoli ed erode le nostre certezze, creando nuove spazi di crescita e adattamento.
A volte crediamo di non uscirne vivi, di rimanere seppelliti dall’impetuosità degli eventi, e invece come la Fenice, rinasciamo dalle nostre ceneri, con qualche cicatrice forse e un bagaglio di lezioni che non dimenticheremo mai, ma rinasciamo ancora, il primo giorno del resto della nostra vita.
Il tempo passa, si formano nuovi equilibri, quello che credevamo ci avrebbe sommerso in realtà ci ha insegnato a respirare sott’acqua.
E torniamo a camminare per le vie del mondo fino alla prossima onda che nel bene e nel male ci fornirà nuova spunti di crescita ed evoluzione.
Con una consapevolezza in più, però, quella che non siamo soli a percorrere il viaggio, che siamo tutti uniti da un destino comune, che è quello di resistere alle avversità, di adattarsi ai cambiamenti, e di essere fluidi come l’acqua fra gli scogli, che si infrange inizialmente, ma poi si fa strada in ogni anfratto.
Fluidi e allo stesso tempo solidi come i sassi fra la schiuma profumata, che vengono travolti ma non si spostano mai.
Come in alto così in basso, dice un vecchio adagio, il cielo che a volte si confonde col mare, il mare che sconfina nell'orizzonte, i confini che non esistono più, e presenze che si fanno vedere solo per un istante, per ricordare che ciò che non si vede non significa non esista, e che siamo un tutt’Uno col mondo che ci circonda.
Grazie a Patricia Quinto Cotarate, fotografa dotata di grande talento e sensibilità per le splendide immagini che colgono con precisione e maestria i messaggi dell'Universo.
E grazie soprattutto per aver scelto me per questo progetto che insegna a spingersi "OLTRE LO SGUARDO", risvegliando quel sentire profondo che ci ricorda di essere parte di qualcosa di più grande.
Il suo talento e la sua amicizia sono per me un grande dono e fonte di crescita e stupore continuo.
Con gratitudine...