mercoledì 10 maggio 2017

Curiosità..




Sul mio profilo Facebook, alla dicitura “lavoro” c’è scritto: apro stanze nella mente con una sola chiave, la CURIOSITA’.

Mi è arrivato un messaggio privato, molto carino fra l’altro, che si chiudeva con questa frase: “Se dovesse avanzarti un’altra chiave, io la prenderei volentieri”. Mi ha strappato un sorriso, non lo nego, ma allo stesso tempo mi ha acceso una lampadina. Perché chiedi a me una chiave che in realtà tu hai già? E se non la trovi più, dove l’hai messa?

Dentro di noi non si perde mai nulla, è come una casa: nasconde ma non ruba. Eppure a volte si perdono cose importanti di cui ci accorgiamo solo quando qualcuno ce le ricorda.

Come possiamo dimenticarci della curiosità? Cosa è successo dentro di noi che ha spento uno degli interruttori del quadro generale? E come mai ci accorgiamo che la centralina sta fondendo solo quando uno dei fusibili fondamentali è al collasso?

Qui non stiamo parlando di un numero telefonico scomparso dalla rubrica, del nostro libro preferito che abbiamo prestato a non sappiamo più chi o del solito mazzo di chiavi che uscirà di nuovo appena ne faremo uno nuovo, ma della nostra curiosità, di quell’emozione che quando indossata ci spinge oltre, verso territori inesplorati, verso parti di noi che non ricordavamo o sapevamo di possedere.

E la curiosità, come i muscoli, la positività, la volontà, va allenata, altrimenti si spegne, perde il mordente che ha e che permette di vivere una vita sempre nuova e piene di sorprese.

Negli ani ’90 c’era un gruppo inglese chiamato “Curiosità killed the cat”, e un famoso adagio ricorda che “tanto va la gatta al largo che ci lascia lo zampino”, nel senso che a volte la curiosità ci frega, ma questo solo quando non siamo abituati a trattare con lei, quando cioè la facciamo avvicinare dopo tanto tempo che la tenevamo lontana.
Se invece ne facciamo il condimento di ogni momento, nuovo progetto, percorso di crescita e via dicendo, diventa la nostra migliore amica, e ci permetterà di scoprire di noi tante di quelle sfumature che non avremmo detto mai. Ci permette di conoscerci, e anche se sbagliamo e ripetiamo lo stesso errore più di una volta perché vogliamo vedere se questa volta andrà diversamente, non sarà mai tempo sprecato.

In fin dei conti “è meglio pentirsi di aver fatto male che pentirsi di non aver fatto”, dice un vecchio proverbio, e io sono in parte d’accordo. 

La curiosità ci mette in competizione con noi stessi, ci spinge a provare, ad andare oltre i limiti che ci siamo imposti o che crediamo di avere ma che in realtà non abbiamo, ci aiuta a scoprire il mondo, le opportunità a disposizione di chi tenta, di chi è abbastanza coraggioso per andare a vedere cosa c’è dietro la siepe.

La curiosità è donna, si dice, e in un certo senso è così, perché il genere femminile ha un giardino di emozioni molto più rigoglioso e vario di quello maschile, e poi vi ricordo che fu Eva la prima donna a farsi guidare dalla curiosità, con esiti un po’ discutibili ma questi sono dettagli.😉
In ogni caso chi è curioso non invecchia mai, non smette mai di sognare e forse non muore neanche mai…..come potrebbe altrimenti vedere cosa c’è dall’altra parte??

#becurious
#behappy
#befree