Mai
come in questo periodo storico la parola “tolleranza” è stata protagonista di
un dibattito così feroce. L’attentato di Nizza, il tentativo di golpe a Istanbul,
la cronaca nera che butta benzina sul fuoco di stati d’animo ormai consumati
dal dolore e dall’esasperazione, hanno creato un clima di “guerra fredda emotivo”.
Da
un lato chi in preda alla stanchezza e all’esasperazione chiede con forza
giustizia, azioni concrete contro chi si arroga il diritto di decidere della
vita altrui e una presa di posizione concreta e ferma.
Dall’altro chi
nonostante tutto chiede di non soccombere all’odio e alla paura, ma di dar
fondo all’amore e alla tolleranza per non innescare un domino di violenza che
forse porterebbe il mondo all’auto-distruzione.
Ma
qual è l’atteggiamento giusto?
Personalmente
non mi sento di giudicare nessuna delle due posizioni, perché a fasi alterne mi
sento più vicina ad una piuttosto che all’altra.
Ma in tutta franchezza capisco
chi chiede un’azione forte e mirata.
Se per un attimo mi metto nei panni di chi
ha perso un familiare, o forse anche più di uno, in situazioni fuori dall’immaginario
umano, come è successo a Nizza, non mi sento di rientrare in quel buonismo a
volte forzato di chi ha guardato tutto da casa e non può neanche immaginare il
dolore e il senso di abbandono che si può vivere in queste situazioni.
Non ho
un’indole pacata, paziente e neppure tollerante in alcuni casi, quindi una
parte di me grida a gran voce “BASTA” con tutto quello che ne consegue.
L’atra
parte invece sente il bisogno di pace, ed è profondamente commossa dagli
appelli e dai messaggi di coraggio e amore di chi ha vissuto e magari subìto
quelle situazioni e nonostante tutto chiede di uscire dal circolo vizioso della
violenza che chiama violenza, lanciando in aria frecce di amore, tolleranza, luce e ribellione al clima
di paura col quale cercano di controllarci e manipolarci in ogni modo.
Ho
sempre creduto che l’Amore fosse l’unica cosa in grado di cambiare il mondo, di
migliorare le persone e di realizzare il sogno di un’umanità evoluta e giusta,
ma in questi giorni capisco che il buio di questo periodo storico sta minando
profondamente le basi della nostra coscienza e sbiadendo la speranza di vittoria.
C’è un marciume ovunque che dà la nausea, violenza perpetrata su chi non
si può difendere, abusi di ogni tipo, mancanza di coscienza generalizzata e una
spirale di fanatismo fuori controllo, perpetrata in nome di un Dio che come un
buon Padre di famiglia starà piangendo i gesti di questi figli scellerati e
ingrati.
Nonostante
questo nel mio cuore non ho perso la speranza che il bene trionferà alla fine.
L’unica
domanda che mi faccio è: a che prezzo?